︎PLAS
Parco diffuso dellabiodiversita’:
Le linee di crinale nel Vallo di Diano
Lo studio ha affrontato negli ultimi mesi, una proposta finalizzata alla creazione di un Parco diffuso della Biodiversità naturale nel Vallo di Diano, legato alla intesa di diversi stakeholders distinti tra privati detentori ed enti No-profit situati nel territorio di riferimento. L’intesa di determinare le condizioni per una narrazione all’interno della quale risultasse plausibile richiedere dei fondi destinati al potenziamento turistico delle aree, si è addivenuti ad una progettazione che tenesse conto delle sorprese man mano riservate dalla analisi di studio. In particolare, ognuno dei terreni indagati, per un totale di 82.000 mq, è arricchito dalla presenza di acque e di importanti pascoli di famiglie impollinatrici. Si è dunque proceduto nella determinazione di un progetto unico che faccia del potenziamento della biodiversità, nella creazione di specifici luoghi lievi, un punto fondante. Dunque è in fase di studio il modello prototipo, di una nuova cellula che, memore di palmenti, pinnetti, masserie, dammusi, ovvero dei rifugi mediterranei, evochi una nuova territorialità fatta di architettura dolce, sostenibile, quasi oggetto artistico, atta ad aiutare il turismo e il godimento di talune aree senza creare un danneggiamento, per costituire degli objets trouvés agricultural che non abbiano la presunzione di rappresentare un nuovo tipo, ma di assecondare nuove necessità.
In basso, mesh territoriale 1 di n-esime
Temi
Progetto
• Turismo lento, Mobilità dolce,
Connessioni dalle aree montuose
alle coste
• Paesaggio agricolopamelalarocca
studio
Progetto • Turismo lento,
Mobilità dolce,
Connessioni dalle aree montuose
alle coste
•
Paesaggio agricolopamelalaroccastudio
the mountains
slope gently like water
the waters do slow inside these gentle
slopes
In basso, mesh territoriale 2 di n-esimeSOME KIND OF MAGIC AND MADNESS
TO be
SURVIVING ourselves, human beings
in the middle OF SOMETHING
40°24′N
15°34′E
︎PLAS
Parco diffuso dellabiodiversita’:
Le linee di crinale nel Vallo di Diano
Lo studio ha affrontato negli ultimi mesi, una proposta finalizzata alla creazione di un Parco diffuso della Biodiversità naturale nel Vallo di Diano, legato alla intesa di diversi stakeholders distinti tra privati detentori ed enti No-profit situati nel territorio di riferimento. L’intesa di determinare le condizioni per una narrazione all’interno della quale risultasse plausibile richiedere dei fondi destinati al potenziamento turistico delle aree, si è addivenuti ad una progettazione che tenesse conto delle sorprese man mano riservate dalla analisi di studio. In particolare, ognuno dei terreni indagati, per un totale di 82.000 mq, è arricchito dalla presenza di acque e di importanti pascoli di famiglie impollinatrici. Si è dunque proceduto nella determinazione di un progetto unico che faccia del potenziamento della biodiversità, nella creazione di specifici luoghi lievi, un punto fondante. Dunque è in fase di studio il modello prototipo, di una nuova cellula che, memore di palmenti, pinnetti, masserie, dammusi, ovvero dei rifugi mediterranei, evochi una nuova territorialità fatta di architettura dolce, sostenibile, quasi oggetto artistico, atta ad aiutare il turismo e il godimento di talune aree senza creare un danneggiamento, per costituire degli objets trouvés agricultural che non abbiano la presunzione di rappresentare un nuovo tipo, ma di assecondare nuove necessità.
In basso, mesh territoriale 1 di n-esime
Temi
Progetto
• Turismo lento, Mobilità dolce,
Connessioni dalle aree montuose
alle coste
• Paesaggio agricolopamelalarocca
studio
Progetto • Turismo lento,
Mobilità dolce,
Connessioni dalle aree montuose
alle coste
•
Paesaggio agricolopamelalaroccastudio
the mountains
slope gently like water
the waters do slow inside these gentle
slopes
In basso, mesh territoriale 2 di n-esimeSOME KIND OF MAGIC AND MADNESS
TO be
SURVIVING ourselves, human beings
in the middle OF SOMETHING
40°24′N
15°34′E
︎PLAS
ricostruirelaperiferiamarinadimalta
Il tema Coephalo entering Malta riguarda la proposta di una riorganizzazione socioeconomica dell’area definita quartiere Gzira in Malta, basata sull’innesco di elementi architetturali e di gestione parzialmente condivisa di specifici spazi edificati. Il quartiere, di carattere pro-portuale, è caratterizzato dalla presenza di ampie cavee argillose generate dalla demolizione di edifici preesistenti, dalla generale monotipìa del paesaggio edificato, ove però si ravvedono chiaramente tratti unici di una mediterraneità ruvida e baccanale, araba in odori, temperature, suoni e negli spazi aperti ed arsi dei terrazzi, ma anglodiretta della conformazione conclusa dell’edificato ‘chiuso’, ovvero l’’ indoor commerciale e residenziale.
La proposta riguarda la creazione di un tipo di urbanizzazione sostenibile, la cui edificazione sia realizzi praticando una nuova ipotesi di land use readjustment, in una nuova e terza, alternativa alla via alla cessione di nuovi standard o monetizzazioni.
La terza via individuata è quindi quella di proporre , ad abitare una delle cavee dovute agli sbancamenti da demolizione, un edificio totem che contrassegni la liquidità piatta e soffocante della periferia e compensi la sua costruzione mediante l’organizzazione di spazi pubblici e condivisi lungo i tetti di una palizzades scelta, tra gli edifici limitrofi, cui si connette come corpo liquido nella contaminazione delle funzioni.
Il tema Coephalo entering Malta riguarda la proposta di una riorganizzazione socioeconomica dell’area definita quartiere Gzira in Malta, basata sull’innesco di elementi architetturali e di gestione parzialmente condivisa di specifici spazi edificati. Il quartiere, di carattere pro-portuale, è caratterizzato dalla presenza di ampie cavee argillose generate dalla demolizione di edifici preesistenti, dalla generale monotipìa del paesaggio edificato, ove però si ravvedono chiaramente tratti unici di una mediterraneità ruvida e baccanale, araba in odori, temperature, suoni e negli spazi aperti ed arsi dei terrazzi, ma anglodiretta della conformazione conclusa dell’edificato ‘chiuso’, ovvero l’’ indoor commerciale e residenziale.
La proposta riguarda la creazione di un tipo di urbanizzazione sostenibile, la cui edificazione sia realizzi praticando una nuova ipotesi di land use readjustment, in una nuova e terza, alternativa alla via alla cessione di nuovi standard o monetizzazioni.
La terza via individuata è quindi quella di proporre , ad abitare una delle cavee dovute agli sbancamenti da demolizione, un edificio totem che contrassegni la liquidità piatta e soffocante della periferia e compensi la sua costruzione mediante l’organizzazione di spazi pubblici e condivisi lungo i tetti di una palizzades scelta, tra gli edifici limitrofi, cui si connette come corpo liquido nella contaminazione delle funzioni.
Progetto
• Paesaggio
– Recupero del paesaggio urbano degradato,industriale abbandonato
pamelalarocca
studio
open place︎
Paesaggio
– Recupero del paesaggio
urbano degradato,
industriale abbandonato
coephalonteroing
coephalonteroing